Conosciamo Joseph B. e il suo “Me & B.”

Joseph, raccontaci un sunto della tua storia e perchè la tua passione proprio per il Blues, visto che arrivi da generi musicali ben diversi.
Sono nato e cresciuto nel cuore dell’Emilia, in una famiglia di grandi appassionati di musica, e amare la musica è stato un passaggio naturale . I miei genitori erano cultori di musica lirica, crescendo però ho avuto la possibilità di conoscere il POP sinfonico dei Genesis, che si poteva accostare alla musica di Bach e di Arcadelt, e subito dopo ho scoperto il Blues. Il Blues che mi piaceva di più era quello di George Gershwin.

Una parola che accomuna tutti i brani del tuo nuovo cd “ME & B.”?
LIFE

Le collaborazioni per te più importanti che ti hanno fatto crescere musicalmente?
Quella con Joe Vescovi e questa più recente con Andrea Braido. Entrambe sono state importantissime e preziosissime.

Pensi di essere nato artista, o di esserlo diventato per caso?
Credo che la predisposizione alla musica la si debba avere di base, poi però subito dopo comincia una grande avventura in questa arte. Si devono fare le esperienze positive, e poi la curiosità per approfondire le proprie ricerche è fondamentale perché c’è sempre tanto da scoprire, la creatività invece credo che sia un dono di natura.

Cosa raccontano le tue canzoni in genere?
Parlano di vita, e soprattutto parlano di situazioni che mi è capitato di cogliere fra le persone che ho incontrato e conosciuto.

Chi ha creduto di più nel tuo talento da subito?
A scuola ero stato notato perché avevo e ho tutt’ora un’ orecchio particolarmente buono . Poi però sono andato avanti con la mia voglia di sperimentare e di creare.

E’ stato difficile per te dire alla tua famiglia che da grande avresti voluto fare il mestiere dell’artista?
No anzi, tutti sono sempre stati preoccupati del contrario e insistevano affinchè io non trascurassi questa mia capacità.

Chi ti ha insegnato di più, e cosa…ci puoi raccontare un fatto specifico?
Forse quando sono andato al teatro Valli a Reggio Emilia, al concerto di Mike Bloomfield qualcosa è accaduto nella mia sensibilità e sono stato piacevolmente stregato da quella musica. Eravamo tutti ventenni e speravamo di assistere ad un concerto di Blues elettrico alla Eric Clapton . Al contrario uscirono tre musicisti Mike Bloomfield al pianoforte, il grandissimo Woody Harris alla chitarra acustica e una giovane signora che suonò il violoncello, e solo con gli strumenti acustici quei tre musicisti americani diedero vita al miglior concerto al quale io abbia mai assistito. Le atmosfere erano sognanti e accarezzavano l’ anima. Ricordo che noi ragazzi per primi chiedemmo al resto della platea la standing ovation per quel trio. Provo ancora emozione a parlarne, e credo che da allora per me sia cambiato tutto sul piano della composizione musicale.

 

Joseph B. senza la musica cosa sarebbe stato?
Non ci ho mai pensato, però è una bella domanda alla quale non saprei rispondere. La musica da sollievo e rende tutto più sopportabile. Spesso canto fra me e me per evadere e per trovare un attimo di quiete, oppure per ritrovare la concentrazione canto un motivo musicale che ha un effetto motivazionale.

Cosa pensa un Blues Man dei Talent Show?
Che sono una cosa positiva. Mi è capitato di ascoltare qualche artista molto bravo che partecipava ad un talent show. Quando noi avevamo venti anni non avevamo queste opportunità ed era molto più complicato emergere, ma nonostante tutto ce la abbiamo fatta ugualmente. Negli stati uniti sono stati prima scoperti e poi valorizzati Quinn Sullivan e Toby Lee, due piccoli grandi Blues Singers, che io amo tanto per la passione che hanno dimostrato. Il Blues è la musica che più amo e loro la stanno onorando con il loro talento.

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