Patrizia Pellegrini ci parla della Dieta Chetogenica

DIETA CHETOGENICA.

IL PARADOSSO DEL GRASSO CHE TI FA MAGRO E IN SALUTE

Patrizia Pellegrini: Dieta chetogenica, dubbi, domande e certezze…..

 

Globalizzazione, crescita economica, stile di vita sempre più sedentario, AB-uso di farmaci hanno contribuito a incrementare una tendenza.

La prevalenza mondiale di obesità e diabete di tipo 2 è aumentata drammaticamente, con una conseguente epidemia globale (altro che Coronavirus).

 

SEMBREREBBE CHE L’ASSUNZIONE ELEVATA DI CARBOIDRATI SIA CORRELATA CON UN MAGGIORE RISCHIO DI MORTALITÀ TOTALE, MENTRE I GRASSI SONO STATI ASSOCIATI A UNA MORTALITÀ TOTALE INFERIORE, SFIDANDO COSÌ LA DEFINIZIONE DI “DIETA SANA”.

 

Nonostante i grandi sforzi delle comunità scientifiche e mediche, l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardio-metaboliche (SINDROME METABOLICA in primis) dovrebbero aumentare drasticamente nei prossimi anni.

In questa ottica, la dieta chetogenica sta guadagnando sempre più terreno nella gestione clinica dell’obesità e delle sue comorbidità.

Le diete chetogeniche sono (generalmente) ad alto contenuto di grassi, NORMO PROTEICHE, a basso contenuto di carboidrati e sono state utilizzate principalmente per il trattamento dell’epilessia refrattaria (farmaco-resistente) nei bambini dagli anni ’20 (ripeto, anni ’20, circa 100 anni fa).

 

Negli anni ’70 la dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi “Atkins” ha raggiunto la popolarità grazie alla capacità di far perdere peso.

Gli studi pionieristici di George Blackburn hanno introdotto il concetto di “digiuno modificato risparmiatore di proteine” (PSMF), regime dietetico fortemente restrittivo basato principalmente sull’assunzione di una quantità minima di proteine necessarie per preservare la massa magra che mirava al raggiungimento di una rapida perdita di peso, nonché a potenziali ulteriori benefici sia sulla pressione sanguigna, sulla glicemia e sui livelli lipidici, queste sono le basi della nota VLCKD.

Nel 2016, la VLCKD è anche stata menzionata, con indicazioni simili, tra gli standard di cura per l’obesità rilasciata dalla Società Italiana di Obesità

Peccato che queste indicazioni non vengano (quasi) mai rispettate e l’indicazione elettiva che viene raccomandato in questi casi – dalla sanità pubblica – sono ESCLUSIVAMENTE latte e fette biscottate con marmellata, pasta a pranzo e pane a cena e, se c’è ancora un po’ di appetito, porzioni abbondanti di frutta.

 

“OMISSIS … Il potenziale della VLCKD nel determinare la remissione del Diabete di Tipo 2, in particolare in pazienti obesi con breve durata della malattia, dovrebbe essere preso in considerazione.

 

Una volta che il peso corporeo ideale viene raggiunto la VLCKD dovrebbe essere necessariamente seguita da una strategia multifattoriale a lungo termine finalizzata al mantenimento della perdita di peso, evidenziando l’importanza di una visione globale e di un programma di modifica dello stile di vita dalla nutrizione all’attività fisica, insieme a protocolli specifici per la reintroduzione dei carboidrati.

La dieta VLCKD rappresenta un intervento nutrizionale che “mima” il digiuno poiché l’apporto di carboidrati è solitamente inferiore ai 30 grammi giornalieri (+/- 20%) con un relativo aumento di grassi (+/- 40%) e proteine (+/- 40%), attenzione però perché i soliti detrattori potrebbero fraintendere e pensare che sia la solita dieta iperproteica, quindi…

 

Facciamo chiarezza, brevemente.

 

Per definizione quando parliamo di Very-Low-Calorie-KD facciamo riferimento ad un protocollo dietetico che mediamente si attesta sulle 800 kCal/die, o giù di lì.

Risolvendo tutta una serie di calcoli che farebbero impallidire Enrico Fermi, possiamo concludere che il 40% (di proteine) di 800 kCal corrisponde a 320 kCal che corrispondono a 80 grammi di proteine al giorno che corrispondono a 1,3 grammi su chilogrammo di peso corporeo IDEALE.

Ebbene la quota proteica si calcola sul PESO IDEALE e non sul peso reale.

Anche qualora si calcolasse sul peso reale, per il caso sopracitato parleremmo di appena 1,04 grammi di proteine su chilogrammo di peso corporeo.

 

Per parlare di dieta IPERPROTEICA bisognerebbe superare abbondantemente i 2 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo MA questo avviene (spesso ma non sempre) solo negli sportivi e negli atleti che hanno carichi di lavoro notevole.

Per cui, in conclusione, se state facendo una dieta chetogenica (VLCKD o meno) e qualcuno vi dice che i vostri reni e il vostro fegato vengono “caricati troppo” oppure si “affaticano” perché mangiate troppe proteine, dovete rispondergli di aprire qualche libro o leggere qualche pubblicazione scientifica.

Abbiamo il dovere di difendere la SALUTE perché è un bene primario.

 

Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapeuta NUTRIZIONALE®.

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